© 1983 - A.Curcio |
Locke le afferrò entrambi i polsi con una mano, e la fece sdraiare, di forza, sui cuscini. "Non ti permetto di trattarmi così!", urlò Kelly sotto il peso di quel corpo agile e snello. "E come pensi di fermarmi?", replicò lui, ammanettandole i polsi sopra la testa e usando l'altra mano per imprigionarle il mento e costringerla a guardarlo. "Che tu sia dannato, Locke Channing! Chi diavolo credi di essere?", gridò, infuriata ed incapace di ammettere la propria vulnerabilità al tocco delle mani di lui. "Ma chi, se non il tuo avversario? Non ti ricordi? E sarò io a vincere quest'incontro!" "No!" Era troppo tardi. Pur continuando a dibattersi, Kelly si rese conto di essere impotente, intrappolata com'era tra il peso di quel corpo ed il divano, impossibilitata a muoversi. "Stai giù, gattina. Vedrai che non ti farò male..." |